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Risalire alle origini con gli strumenti a disposizione della mente

Se da un punto singolare originario (individuato da coordinate x,y,z/0,0,0) è scaturita la genesi del tutto nella dimensione spazio-temporale, e se la mente umana rappresenta la massima espressione della consapevolezza dell'intero cosmo; allora l'uomo dovrebbe essere in grado di risalire alle proprie origini.

La mente é l'unico strumento a nostra disposizione in grado di ricondurci alle origini per via logica e intuitiva; se non dovesse essere in grado di ricomporre le fasi essenziali delle origini, dovremo investigare sui meccanismi inconsci che hanno oscurato il percorso che conduce a svelare le origini, attraverso la conoscenza.

OM: il mantra dei monaci tibetani

L'ideatore di questo sito si prefigge con gli strumenti messi a disposizione dalla mente di risalire alle origini del tutto. Se la meta viene giudicata ambiziosa (e persino proibitiva), non ci faremo scoraggiare dai pregiudizi e dalle critiche aprioristiche; navigheremo a vista, placidi, sereni verso l'obiettivo che appare lontano e sconosciuto. Sfideremo anche gli eventuali marosi e riprenderemo il viaggio dopo il naufragio, come un superstite lupo di mare. A questo progetto daremo il nome di OM: il mantra dei monaci tibetani che curiosamente associa la vocale O di origini alla consonante M di mente. Tale gradita circostanza fonetica (non certo fortuita, e forse anche sfuggita ai più) ci permetterà anche di coniare un logo appropriato per la nostra ricerca.


Decalogo del pensiero critico

  1. Nel corso della storia il sonno della ragione ha sempre generato mostri.

  2. Se gli uomini non pensano, non leggono, non comunicano tra loro, smettono di essere soggetti razionali e si approssimano a vivere uno stato di catalessi psichica.

  3. Per essere pienamente in me e non dipendere dalle frasi fatte e dai luoghi comuni devo pensare con la mia propria testa. Per vivere di più e per invecchiare meglio, devo fare della ginnastica mentale. Se smetti di pensare ti illuderai forse di essere più sereno e felice; in realtà sarai un poco più idiota.

  4. Il pensiero é la manifestazione più nobile ed eccelsa della nostra essenza originaria smarrita, divenuta malata e mortale.

  5. Dobbiamo ricostruire la memoria originaria oscurata da un meccanismo occulto.

  6. La coscienza originaria viene costantemente vigilata e alienata da un meccanismo psichico inconscio, occultato e controllato dall'inconscio originario collettivo (IOC).

  7. Il Tao originario (o Dio) si è trasformato in una miriade di potenziali essenze originarie che si sono pensate come principi con caratteristiche uniche e peculiari.

  8. Le essenze originarie, una volta trovata una loro forma definitiva, hanno dato vita e progettato il Mondo nella sua complessità e biodiversità.

  9. Il mio io pensante é un frammento di Dio.

  10. Non avrai altro Dio al di fuori del tuo io pensante.


Fautori di un illuminismo critico

Non siamo spiritualisti, non siamo materialisti, siamo neoilluministi: fautori di un illuminismo critico che pone la mente al di sopra di tutto. Tuttavia il corpo per noi ha un'importanza fondamentale perchè ogni attività psichica emana dal corpo ed ha bisogno di un corpo sano e ben alimentato per svilupparsi. Il nostro concetto di pensiero non è una mera astrazione filosofica bensì una forma di energia organizzata superiore che scaturisce dalle sinapsi celebrali.


Mens sana, in corpore sano

L'antica saggezza latina condensa in un detto semplice una verità indiscutibile: esiste una correlazione tra il corpo e la mente; per cui una sana ed equilibrata alimentazione garantirà la salute fisica ed anche mentale.


‘Intersezione tra Platone e Freud. Intravedere il mondo originario e dare un significato ai sogni.’

‘Nel passato l’interpretazione dei sogni era affidata a vere e proprie istituzioni sociali oracolistiche. Secondo le antiche credenze, l’oracolo manifestava la parola divina trasmessa agli uomini in un dato luogo, da persone consacrate al culto di una divinità. Nella Bibbia degli Ebrei si hanno molti esempi di sogni profetici. Anche nei Greci si crede nel carattere soprannaturale del sogno profetico, molto diffuso nelle opere di Omero. Nel secondo secolo dopo Cristo, con la sua Oneirocritica, Artemidoro, nativo di una cittadina della Lidia, distingue i sogni profetici da quelli originati dal presente e dal passato. Secondo il greco dunque la natura del sogno è triplice e riesce a coprire uno spazio temporale assai vasto. Con Platone, nella Repubblica, i sogni liberano gli impulsi repressi, per l’attenuarsi del controllo durante il sonno e la sua teoria anticipa la concezione freudiana. Anche Ippocrate mostra di avere vedute moderne, perché è convinto che dall’analisi del sogno si possano ricavare diagnosi mediche.’ Questo riferisce l’Enciclopedia filosofica Sansoni alla voce sogno.

Con l’evolversi delle discipline connesse alla psicologia, l’attività onirica è stata analizzata in maniera abbastanza approfondita e si è appurato che durante il sonno profondo, detto anche REM, l’attività celebrale è particolarmente intensa e in questa fase prendono consistenza i sogni che lasciano anche una traccia visibile quando si effettua un elettroencefalogramma.

Da alcune recenti ricerche di laboratorio risulta che anche alcune specie animali sognano. E’ stata dimostrata un’attività di sonno REM nel gatto ed anche nel delfino. Per estensione possiamo supporre che gran parte del mondo animale sogna.

Secondo alcuni studiosi, sarebbe più dannoso per un uomo privarlo della sua possibilità di sognare, che diminuire artificialmente la sua necessità di dormire. Questo dice molto sull’importanza di un fenomeno psichico su cui è comunque difficile indagare, a torto considerato come un fatto secondario. Sognare di per sé è piacevole, tanto che nel linguaggio comune la parola sognare aiuta a superare le miserie del quotidiano.

La funzione celebrale del sogno è utile e necessaria alla psiche. Pare dimostrato che il sonno di regola sia accompagnato dal sogno, anche se il più delle volte non lascia traccia nella nostra memoria conscia.

Secondo gli antichi, il sogno era procurato da entità benefiche. E il dolce sonno era ambrosia e regalo degli dei. Il sonno e il sogno insieme coniugavano miti e credenze e suscitavano l’attenzione d’indovini e poeti.

Sognare è un fatto naturale e fisiologico, come il respirare e il bere, ma per questo non dobbiamo pensare che sia altrettanto semplice, anzi si tratta di un fenomeno complesso che coinvolge la mente e l’attività celebrale.

Le visioni oniriche non possono essere ancora registrate da una telecamera; solo il paziente può raccontare i suoi sogni e conserva una specie di diritto esclusivo sulle immagini e sulle situazioni vissute. Nessuno quindi ha la possibilità d’entrare nella dimensione onirica di un'altra creatura, perché essa è patrimonio esclusivo della mente e la scienza pure deve segnare il passo, perché non possiede gli strumenti adatti per verificare i contenuti di un sogno.

Abbiamo iniziato a curiosare nello strano mondo onirico fin da ragazzi. Spesso siamo rimasti sorpresi e irritati per avere perso il filo di un sogno e abbiamo anche escogitato un modo pratico per riprenderlo, quando s’interrompeva improvvisamente per un risveglio improvviso.

Stranamente alcuni sogni ricorrenti, dai contorni enigmatici e inquietanti, diventano una persecuzione e si tramutano in incubi a cui stentiamo a dare una spiegazione logica. Certo il sogno nella sua essenza sfugge a una rigorosa analisi e forse proprio per questo ha suscitato l’attenzione dello psichiatra Sigmund Freud. Secondo l’analista viennese, il meccanismo psicologico della censura operata dal Super-Io interviene sui sogni, i cui contorni sono alterati, fino a renderne illeggibile e incomprensibile il contenuto. La censura sui sogni, qual è concepita da Freud, riflette il clima della repressiva morale borghese del suo tempo, di cui sono vittime le sue pazienti, incapaci di liberarsi da un’educazione rigida e puritana che negava dignità alla sessualità femminile.

Scandalizzando i benpensanti, Freud scopre la forza prorompente dell’eros ed opera una forma di legittimazione e di liberazione dello stesso. Proprio analizzando i sogni, fa il suo ingresso prorompente in scena l’inconscio, riportato alla luce dalla marginalità in cui era stato confinato dai filosofi antecedenti. Tutti i sogni, secondo Freud, sono la realizzazione allucinata di un desiderio, o di una tendenza in parte inibita. Tale affermazione è da considerarsi riduttiva. La tesi di Artemidoro, ossia la sua distinzione tra sogni profetici e quelli originati dal presente e dal passato, è particolarmente affascinante e ricca di stimoli.

Oggi prevale una visione naturalistica del sogno, risalente ad Aristotele, che lo considera una forma di attività psichica pura e semplice durante il sonno. Dobbiamo spogliarci di questo paludamento neopositivista e logico, per andare a recuperare la valenza poliedrica insita nella natura del sogno.

La grande scoperta freudiana è riuscita a dare uno spessore insospettato al Super-Io, nel ruolo di un censore, simile a un Dio mosaico che legifera con le sue Tavole della Legge. Potremmo ribattezzare il Super-Io, la componente psichica inconscia, con il termine ‘inconscio originario’, mettendone in luce non solo la natura nascosta, ma il legame profondo che esso ha con le nostre oscure origini, di cui resta l’unico spettatore credibile, perché saprebbe rispondere, senza timore di sbagliare, agli eterni interrogativi formulati dalla mitica Sfinge.

Potremmo supporre anche che l’inconscio originario non sia puramente un semplice elemento individuale, scaturito dall’ambiente esterno e dall’educazione, ma che esso sia una fondamentale componente genetica ed ereditaria.

L’errore di Freud è stato di avere sottovalutato la polivalenza dei sogni per piegarli alla morale repressiva borghese. Freud non era riuscito a liberarsi della morale corrente che aveva introiettato ed era ben radicata nella sua persona. Nel riappropriarci di Freud, vogliamo coniugare insieme l’inconscio e la censura onirica, per confrontarci con un dato psicologico rimasto all’oscuro per secoli e spesso frainteso e definito con termini approssimativi e riduttivi.

Chiameremo questo nascosto dato psicologico con il termine di inconscio originario collettivo: IOC. Affermare che esiste un quid psichico di natura genetica, non significa condividere i fondamenti dell’innatismo, il quale sostiene che alcune idee fondamentali non derivano dall’esperienza, ma sono presenti nella psiche fin dalla nascita. L’anima è una credenza filosofica e religiosa, un postulato che andrebbe però dimostrato e la coscienza non esiste prima dell’esperienza. Se il concetto di persona è un indubbio valore; non significa che ogni individuo possa sviluppare un’anima immortale svincolata dal corporeo, senza un’adeguata crescita morale e intellettuale.

I programmi presenti nel DNA determinano lo sviluppo delle cellule per assolvere determinate funzioni. I neuroni celebrali sviluppano la coscienza e un particolare segmento, molto recondito, del DNA sviluppa anche l’IOC: l’unico che conserva memoria della genesi del tutto. Proprio l’IOC sta alla base della coscienza superiore delle creature umane; esse sono determinate e scrutate da un vigile occhio indagatore che ne orienta lo sviluppo psichico e la conoscenza, oscurando le origini e ponendo le basi dell’occulto, del mistero, del deus absconditus della teologia.

Questo inconscio originario collettivo finora intravisto da Freud e Jung, ancora non è stato messo a fuoco nitidamente per diversi motivi che analizzeremo di seguito.

Innanzi tutto si osserva che ogni individuo è diverso da un altro ed è vero, ma si dimentica che la specie umana è una. Anche l’inconscio originario collettivo è uno e non varia da un individuo a un altro. Nella persona l’IOC non è attivo, ma latente, nascosto sotto la coscienza. L’individuo tende a primeggiare e a oscurare naturalmente il proprio IOC. Esso deve mettersi da parte, per consentire al singolo di sviluppare una propria psiche autonoma ed originale.

Il progetto della specie umana originaria non è detto che coincida con i vari progetti individuali. Hegel, ad esempio, parla di un’astuzia della ragione nella Storia e vede lo Spirito manifestarsi nel progetto egemonico di Napoleone, suo inconsapevole strumento.

Se l’IOC non fosse latente, rischierebbe di compromettere la naturale e graduale crescita del singolo individuo.

Tutti gli uomini, almeno una volta nella vita, hanno ascoltato una voce interiore: essa parla, orienta, consiglia. Tale voce spesso è chiamata con i termini più disparati: spirito guida, angelo custode, la stella protettrice, la parola di Dio. La denominazione cambia secondo le credenze della persona. La voce interiore spesso è quella dell’ IOC. E’ più comodo pensare che non sia nostra.

L’ IOC ha una sua memoria originaria, conosce bene la natura del progetto. Se riuscissimo a farlo parlare potrebbe svelarci molti misteri. Purtroppo ostinatamente tace da secoli e vive camuffato nei meandri della psiche. Ogni specie vivente possiede un proprio IOC. Gli insetti, ad esempio le formiche, hanno comportamenti abbastanza uniformi che manifestamente dimostrano l’esistenza di un’unica coscienza collettiva.

Nell’uomo la singola individualità sembra avere preso il sopravvento e avere soverchiato in parte l’ IOC, il quale si è abilmente camuffato scavandosi una nicchia, per sopravvivere anche a scapito dei singoli. Ogni conflitto di natura psicologica è riducibile a un conflitto tra l’Io e l’ IOC. Esiste un perverso meccanismo di rimozione e manipolazione dei sogni. Un Inquisitore psichico si arroga il potere d’intervenire e cancella a sua discrezione una determinata situazione onirica, rendendola confusa e incomprensibile.

A prescindere dalle teorie, fondate o meno, siamo tutti consapevoli che esistono diverse categorie di sogni. Alcuni sono semplicemente ricordi delle esperienze vissute nel corso dei giorni più prossimi, che la fantasia e la mente mescolano, unitamente a desideri erotici non soddisfatti, a vagheggiamenti infantili di volare, o di visitare mondi fiabeschi mediati da letture fantastiche. Altri sogni hanno invece un altro spessore, una valenza più nitida, perché i luoghi e le creature sono pregni di vita e di colore e sembrano appartenere a un'altra dimensione nella quale, proprio in virtù del sonno, ci siamo inspiegabilmente trasferiti e di cui conserviamo una certa indefinita memoria. Non riusciamo a padroneggiare questi sogni, perché alcuni elementi sfuggono, diventano, con lo scorrere del tempo, sempre più evanescenti e bisogna correre lesti a scriverne delle tracce su di un foglio per poi poterli in parte ricostruire.

Certi sogni possono essere definiti premonitori, sembrano messaggi che qualcuno ci sta inviando, per renderci partecipi di verità che un oscuro censore cerca sempre in qualche modo di cancellare. Dunque una parte della coscienza è come illuminata dai sogni e gli orizzonti cognitivi si dilatano; nello stesso tempo un meccanismo psichico perverso fa da filtro e cancella i ricordi. Esiste dunque un Inquisitore psicologico, perché ne sperimentiamo gli effetti proprio nel momento in cui andiamo a inseguire invano i ricordi dei sogni fuggenti. Esso ha tutta l’aria di essere un corpo estraneo al fenomeno tutto naturale del sogno, oggi inquinato, che in passato doveva avere una precisa funzione: quella di metterci in diretta comunicazione con il mondo originario da cui siamo venuti.

Il sogno un tempo era la risposta naturale agli interrogativi di Edipo, ma la censura opera proprio con l’obiettivo precipuo di cancellare i nostri ricordi, di offuscarli. Quei ricordi originari paleserebbero l’inganno secolare perpetrato dagli scriventi al popolo dei parlanti, spodesterebbero la secolare custode dal Tempio della conoscenza, renderebbero inutili tutti i libri sacri, i suoi vati e tutte le istituzioni fondate su principi indiscutibili, ma senza alcun fondamento.

Il censore onirico fa uscire l’Uomo dallo stato di natura originario e lo trasferisce in un universo di conoscenze fittizie, controllate, con i suoi misteri, i suoi profeti, perché solo cancellando i ricordi può fondare ed estendere la sua egemonia, manipolare coscienze, controllare creature obbedienti, talora potenti ma servili, oscurando in loro l’originaria libertà di esistere.

Il sogno anticamente era soprattutto una porta spalancata sul passato e sul futuro. La sua funzione naturale originaria è stata adulterata dalla censura onirica: un meccanismo indotto dall’ IOC, il quale è anche capace di elaborare le più svariate forme di controllo della coscienza individuale: seleziona gli scriventi, li orienta, li tacita, plasma la classe dirigente, controlla i mezzi d’informazione. L’ IOC ha sostituito il politeismo con l’integralismo monoteista e ha cancellato il ricordo originario del mondo progettato dagli dei. La censura onirica è un fenomeno indotto, frutto e prodotto perverso dell’inconscio originario collettivo.

Oggi però noi possiamo recuperare il valore essenziale delle quattro virtù ermetiche della tradizione alchemica, sapere, volere, osare e tacere, per fonderle in una sola possente virtù: sapere di sapere. Grazie a questa formula siamo perfettamente consapevoli che, come aveva intuito già Platone, per conoscere dobbiamo solo ricordare, ossia recuperare la nostra dimensione originaria perduta.

Il processo intentato a Socrate dimostra che i guardiani degli scriventi sono attivi da secoli. La sua dottrina maieutica era giudicata pericolosa, non perché corrompeva i giovani e metteva in discussione le divinità adorate dagli ateniesi, ma bensì perché divulgava un modo di pensare pericoloso: ne sarebbe rimasta intaccata l’essenza stessa dell’ IOC.

L'Energia mentale, o Energia psichica

E=mc² E = mc² è la formula che stabilisce la relazione tra l'energia e la massa di un sistema fisico. E indica l'energia totale relativistica di un corpo, m la sua massa relativistica e c la costante velocità della luce nel vuoto. Fu enunciata, in una forma diversa, da Albert Einstein nell'ambito della relatività ristretta. Wikipedia

Per affinità con la formula di Einstein, possiamo affermare che l'energia mentale, o psichica di una persona è direttamente proporzionale alla massa celebrale moltiplicata per la velocità della luce al quadrato. Possiamo dunque scrivere la formula che misura tale energia: E(ps)=mc²

Intuitivamente, senza fare calcoli, possiamo dire che tale energia psichica, contrassegnata da E(ps), è abbastanza consistente, infatti assolve molteplici funzioni: elaborazioni di concetti, memoria, immaginazione, sogni, scrittura, manufatti, invenzioni, arti figurative e tutto ciò che ha un'implicazione mentale e psichica.

L' Anima: uno degli argomenti più noti e dibattuti.

Tutti gli uomini (che sanno di essere mortali) hanno sentito parlare di anima. Dal prete, dai genitori, a scuola, ovunque. L'anima avrebbe la proprietà (finora indimostrata) di essere immortale. Sarebbe un dono di Dio fin dalla nascita. E se siamo stati buoni, dovrebbe condurci verso la salvezza eterna e garantirci una dimora ambita: il Paradiso. Uno scrittore ironico e scettico ha scritto: "L'anina nasce vecchia ma ringiovanisce. Il corpo nasce giovane ma invecchia: questo fa della vita una tragedia." (Oscar Wilde) Alcuni pensano che le anime trasmigrano nei corpi per purificarsi e le incarnazioni non si contano e neppure si ricordano. Alla metempsicosi (questo processo ciclico) hanno aderito filosofi autorevoli quali Platone. Tuttavia le grandi religioni monoteistiche lo escludono: si vive una sola volta e nessuno avrà la possibilità di reincarnarsi; per cui dovrà agire secondo le leggi divine e meritarsi la salvezza eterna; altimenti brucierà nel fuoco dell'Inferno. Noi, scettici per vocazione e critici per avere sposato l'arma della ragione, mettiamo in discussione il concetto di anima ed avanziamo questa ipotesi: l'anima dobbiamo sapercela costruire con l'energia psichica a nostra disposizione. Se non si fa esercizio fisico il corpo di ammala; se non ci si allena non si vincono le competizioni sportive; se non alleni la mente adeguatamente non potrai dire di avere edificato una tua anima. La fede e l'astratta preghiera non consolidano l'anima; non le danno spessore. Sono strumenti a buon mercato. L'anima ha un suo percorso: usare le facoltà mentali a propria disposizione. E soprattutto l'anima ha un suo costo: richiede impegno, tempo, dedizione. Bisogna spendere le nostre energie psichiche e convogliarle nella giusta direzione.